Ricerca archeologica nelle Alpi Biellesi (Piemonte)

Progetto Alte Valli – Relazione preliminare

(A. Vaudagna - DocBi Centro Studi Biellesi - S.Va.P.A.)

 

Il Progetto in esecuzione dal 2004 é finalizzato all’identificazione di segni di frequentazioni correlabili alle fasi iniziali del popolamento della fascia montana alle quote degli alpeggi, tra 1000 e 2000 m. di altitudine.

Molte tracce sono state distrutte o rese labili nel corso dei secoli sia dai fenomeni naturali (frane, eventi alluvionali) sia dall’antropizzazione dell’ambiente, sempre più intensa con l’avanzare del tempo a causa dell’incremento della popolazione. Ne consegue che nei siti più idonei all’insediamento e quindi quelli che con maggior probabilità furono abitati per primi, vi è stata una continua presenza che ha cancellato, con successive sovrapposizioni, parte dei segni più antichi. Tuttavia malgrado le difficoltà, le prospezioni hanno permesso di individuare e di censire incisioni rupestri e strutture murarie ancora leggibili, almeno in pianta, sul terreno.

Alcune di queste evidenze, di rilevante interesse archeologico, dovranno essere protette e indagate mediante rilievi e scavi e infine rese fruibili con l’apertura di percorsi di visita.

Ai fini della ricerca il territorio montano è stato suddiviso in zone con confini delimitati da corsi d’acqua (Viona, Elvo) o costituenti valli da questi attraversate (Oropa, Cervo, Sessera).

Campagne di ricerca sono state effettuate nel corso degli anni 2004/5 nella valle del torrente Viona, lungo le pendici del Bric Paglie (Colma di Mombarone), della Muanda (Monte Mucrone), nella valle del torrente Oropa e lungo il percorso che porta al colle della Barma.

Le fasi di attuazione del progetto di ricerca possono essere schematizzate come segue:

Prospezioni sul terreno, suddiviso in settori, iniziando da quelli che appaiono morfologicamente più idonei ad una frequentazione antica (contiguità con la pianura/facilità di accesso/ampie zone di pascolo) o che abbiano dato risultati in precedenti ricerche.

Censimento (posizionamento con GPS, documentazione fotografica, schizzi/rilievi e schede descrittive) dei reperti di interesse archeologico: incisioni rupestri, strutture non correlate ad insediamenti attuali (terrazzamenti, recinti, murature a secco composite, ripari sotto roccia, mongioie).

Predisposizione di una Carta Archeologica digitale che permetta di avere una visione globale delle evidenze presenti sul territorio.

La base della Carta è intercambiabile: Carta Tecnica Regionale, particelle catastali, rilievo ombreggiato in base alle curve di livello, sfumature di colore in base alle quote ed è costruita a "strati sovrapposti" (Temi) inseriti singolarmente nella schermata, questo permette di visualizzare tutti i dati contemporaneamente o solo quelli ritenuti utili allo studio da eseguire. La vista simultanea di più temi, consente di effettuare indagini statistiche immediate, in base a quanto evidenziato sullo schermo.

Ad ogni Tema si possono associare schede di dati (testi e immagini) utilizzando la Scheda Internazionale di Arte Rupestre delle Alpi Occidentali, per le incisioni ed una scheda apposita derivata dalla precedente, per le strutture murarie. Queste sono richiamabili sullo schermo cliccando sull'area desiderata: il programma fornisce quindi una documentazione completa o G.I.S. (Sistema di Informazione Globale) delle aree trattate.

Forma, colore e posizione dei Temi sono sempre modificabili e nuovi dati possono essere aggiunti in caso di nuovi ritrovamenti.

La possibilità di variare la scala mediante semplice inserimento della cifra desiderata permette di avere viste generali o dettagliate a seconda della necessità d'uso.

Lo spostamento del puntatore sullo schermo fornisce automaticamente le coordinate UTM e le distanze tra punti definiti. Il richiamo delle coordinate UTM di ogni evidenza rende agevole la loro reperibilità sul terreno (se inserite in un GPS) anche in zone di difficile percorrenza.

Le singole schermate posso essere stampate come tavolette in scala o proiettate su schermo, è anche possibile la stampa su rullo dell’intera carta.

Il complesso Carta/Schede è esportabile su Cd e permetterebbe, se fosse adottato su larga scala, un agevole confronto tra aree omogenee, altrimenti estremamente difficile se non impossibile quando effettuato su supporto cartaceo.

Rilievo ed indagine archeologica di siti selezionati in base alla rilevanza ed alla varietà tipologica, da effettuare con la supervisione della Soprintendenza Archeologica del Piemonte.

Musealizzazione mediante individuazione di itinerari che colleghino i siti di maggior interesse.

 

Morfologia del territorio

La morfologia del territorio montano biellese presenta caratteristiche diverse a seconda delle valli prese in esame, denotando un forte aumento della complessità se si procede da Ovest verso Est, cioè dalla valle del torrente Viona, fino alla Valsessera.

Osservando una cartina del Biellese si può notare la relativa semplicità del paesaggio occidentale con le valli Viona, Elvo ed Oropa che incidono le montagne con percorso relativamente breve e poco rilevato, cui fa seguito la lunga ed incassata valle del Cervo e soprattutto le tormentate, quasi inestricabili complessità del versante orientale, dove i corsi d’acqua si sono scavati passaggi tortuosi per defluire sia verso la pianura biellese, che verso la Valsesia.

Queste caratteristiche hanno certamente condizionato i percorsi umani di accesso alle zone di media montagna, luogo di transumanza, privilegiando inizialmente gli accessi più semplici e diretti e con i pascoli migliori.

Data la contiguità con la pianura, la facilità di accesso con percorsi evidenti, poco accidentati e la ricchezza dei pascoli, appare ovvio che le valli del Biellese occidentale abbiano avuto la possibilità di essere state frequentate fin dalla protostoria.

La ricerca è quindi iniziata proprio da queste zone che avevano a nostro giudizio le maggiori probabilità di fornire testimonianze dirette delle prime presenze umane sulle nostre montagne.

Questa relazione ha lo scopo di evidenziare i ritrovamenti maggiormente significativi rimandando alla Carta Archeologica la funzione di censimento generale.

 

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